Chi non ha mai avuto un brufolino in vita sua? Sono tantissimi gli adolescenti che hanno dovuto fare i conti con questi piccoli nemici della bellezza. Ma non solo. Anche da adulti capita spesso di ritrovarsi con qualche brufoletto qua e là sul viso o sul corpo. Ebbene, se pensavate che fossero una cosa da poco vi sbagliavate di grosso.
In realtà i brufoli possono essere la conseguenza di una malattia piuttosto grave chiamata idrosadenite suppurativa. Si tratta di una patologia infiammatoria cronica che colpisce le ghiandole sudoripare apocrine (quelle più grandi) e le follicoliti pilosebacee (dove c’è il pelo). Vediamo insieme nel dettaglio cos’è esattamente questa malattia, quali sono i sintomi principali e soprattutto come è possibile curarla.
L’idrosadenite suppurativa è una malattia piuttosto comune tra gli adulti ed è caratterizzata dalla comparsa frequente di noduli dolorosi sottocutanei, ascessi ricorrenti e fistole purulente (cioè contenenti pus). Queste lesioni possono comparire in diverse zone del corpo ma solitamente interessano l’inguine, le ascelle, il perineo (la zona tra l’ano e i genitali), il seno o la parte inferiore dei glutei. In alcuni casi però possono comparire anche su altre parti del corpo come gambe o addome.
Al momento non ci sono ancora studi specifici sulla causa scatenante dell’idrosadenite suppurativa ma sembra che possa essere legata a diversi fattori tra cui:
– predisposizione genetica;
– alterazioni ormonali;
– fumo;
– obesità;
– stress;
– alimentazione scorretta.
Come abbiamo accennato prima questa patologia può avere un impatto molto forte sulla qualità della vita dei pazienti poiché spesso oltre al dolore fisico causato dai noduli sottocutanei c’è anche un disagio psicologico legato all’impatto estetico delle lesioni cutanee. Inoltre in alcuni casi può portare alla formazione di cicatricie permanenti nella zona interessata dal problema.
Tra i principali sintomi dell’idrosandenite ci sono:
– prurito nella zona interessata dalle lesioni cutanee;
– dolore localizzato dovuto alla presenza dei noduli sottocutaneii;
– secrezione purulenta proveniente dalle fistole presentisi sulla cute;
– gonfiore delle zone colpite dalla patologia
– arrossamento della pelle
– aumento della temperatura locale
– rigidità muscolare nei casi più gravi
Per quanto riguarda la cura dell’idrosandenite, essa dipende principalmente dallo stadio in cui viene diagnosticata la patologia. Nella fase acuta ad esempio è possibile intervenire con antibiotici specificati per via sistemica o topica mentre nei casi più gravi potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico per drenare gli ascessii o rimuovere completamente le aree infette dalla cute.
Nella fase cronica invece il trattamento prevede l’utilizzo di farmaci immunosoppressori biologici oppure cortisonici somministrati tramite infiltrazioni localizzate nelle aree colpite dalla malattia. In ogni caso prima di intraprendere qualsiasi tipo terapia è sempre meglio rivolgersi al proprio medico specialista dermatologo per avere una diagnosi corretta ed evitare complicazioni indesiderate.
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