Malattia del bacio: “80% adulti ha avuto contatti con virus”, sintomi e diagnosi

Malattia del bacio: i dati dei medici parlano di un contagio silenzioso. Diagnosi e sintomi di questa malattia.

La mononucleosi, comunemente nota come “malattia del bacio”, è una patologia virale che colpisce un’ampia parte della popolazione mondiale. Secondo il virologo Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia, l’80% degli adulti presenta anticorpi contro il virus Epstein-Barr (Ebv), principale agente causale della malattia. Questo dato sottolinea quanto sia diffuso il contagio, spesso senza che gli individui ne siano consapevoli.

malattia del bacio
Malattia del bacio, conosciuta come mononucleosi – thesenseofwonder.it

Il virus Epstein-Barr si trasmette principalmente attraverso la saliva, motivo per cui la malattia è stata soprannominata “del bacio”. Tuttavia, non solo i gesti affettuosi rappresentano un veicolo di trasmissione: oggetti quotidiani come giocattoli e posate possono diventare inconsapevoli portatori del virus se contaminati. Questa modalità di diffusione rende particolarmente vulnerabili i neonati, che possono contrarre l’infezione semplicemente venendo a contatto con superfici o oggetti contaminati dalla saliva degli adulti.

Diagnosi e sintomi della mononucleosi

La diagnosi di mononucleosi si basa sull’analisi dei globuli bianchi e sulla presenza di marcatori specifici per l’Ebv nel sangue. Il virus provoca una proliferazione incontrollata dei linfociti (linfocitosi) e può indurre sintomi quali febbre prolungata, mal di gola con placche biancastre e stanchezza persistente. Sebbene negli adulti possano verificarsi casi rari di ingrossamento della milza, nei bambini la malattia può decorrere completamente asintomatica.

Diagnosi e sintomi della mononucleosi
Diagnosi e sintomi della mononucleosi – thesenseofwonder.it

Nonostante nei paesi occidentali la mononucleosi possa sembrare una malattia relativamente benigna, in altre parti del mondo come l’Africa può avere conseguenze più gravi su soggetti con deficit immunitari, portando allo sviluppo di linfomi sensibili alla chemioterapia. Attualmente non esiste una terapia specifica per affrontare la mononucleosi; tuttavia, sono in corso studi per valutare l’efficacia delle immunoglobuline e lo sviluppo di un vaccino contro il virus Epstein-Barr rimane un obiettivo a lungo termine.

Il rapporto tra l’uomo e il virus Epstein-Barr è caratterizzato da un delicato equilibrio: se da un lato il sistema immunitario umano riesce nella maggior parte dei casi a contenere l’infezione senza sviluppare sintomi gravi, dall’altro il virus ha sviluppato strategie efficaci per nascondersi all’interno dell’organismo ospite. Questa capacità di eludere le difese immunitarie rende particolarmente complessa la ricerca scientifica volta alla creazione di trattamenti mirati o alla prevenzione attraverso la vaccinazione.