Allarme in Italia per una specie di pappagalli, Coldiretti avvisa sulla minaccia crescente per l’agricoltura.
La Toscana si trova a fronteggiare una nuova minaccia per il settore agricolo, già provato negli ultimi anni da diverse specie invasive. Questa volta, l’allarme è scattato per l’invasione dei parrocchetti monaci, uccelli originari degli altopiani di Africa e Asia, che stanno causando danni significativi alle colture locali.
I parrocchetti monaci hanno iniziato a fare la loro comparsa nelle campagne toscane, dove trovano un ambiente ideale per riprodursi e proliferare. La loro dieta variegata li porta a nutrirsi di mandorle, frutti vari, grano, girasoli e mais, provocando perdite ingenti agli agricoltori della regione. La situazione è particolarmente grave nella piana fiorentina e nei comuni limitrofi come Montelupo Fiorentino e Vinci.
Danni all’ecosistema e rischi per la salute pubblica
Oltre ai danni economici diretti all’agricoltura, i parrocchetti rappresentano una minaccia anche per l’ecosistema locale e la biodiversità. Il loro insediamento può portare alla trasmissione di malattie come la salmonellosi e l’influenza aviaria agli esseri umani. In Europa è vietata l’introduzione di questa specie dal 2007 proprio a causa dei rischi associati alla sua presenza.
Coldiretti Firenze ha lanciato un appello alle autorità regionali affinché vengano adottate misure straordinarie per contenere questa specie invasiva che sta devastando i raccolti. L’organizzazione sottolinea come il problema della fauna selvatica sia diventato ormai un’emergenza non solo per gli agricoltori ma anche per la sicurezza pubblica.
Gli agricoltori locali esprimono crescente preoccupazione davanti alla rapida espansione dei parrocchetti monaci. Barbara Simonetto descrive questi uccelli come delle “cavallette” capaci di distruggere intere colture in pochi minuti. Anche Mauro Baglioni testimonia gli ingenti danni subiti dalle sue coltivazioni di girasoli completamente devastate dai volatili.
La situazione richiede un intervento tempestivo ed efficace da parte delle autorità competenti al fine di proteggere non solo il patrimonio agricolo della Toscana ma anche la salute pubblica e l’integrità dell’ecosistema locale dall’invasione dei parrocchetti monaci.