Con i contributi caduti in prescrizione arriva una rendita vitalizia: sfruttala subito

Sfruttare questa opportunità per avere diritto ai contributi prescritti è un passo importante per garantire una pensione completa e adeguata.

Il sistema pensionistico si è guadagnato, durante tutta l’esistenza, la fama di uno dei più complessi al mondo. Negli ultimi anni, sempre più persone si trovano a fare i conti con periodi di contribuzione caduti in prescrizione. Questi, se non valorizzati adeguatamente, possono compromettere la futura pensione. È quindi fondamentale conoscere le opportunità disponibili per recuperare questi contributi.

contributi caduti in prescrizione
La rendita vitalizia permette di recuperare periodi di contribuzione caduti in prescrizione – thesenseofwonder.it

La buona notizia è che esistono diverse soluzioni per trasformare questi periodi in vantaggi concreti per la pensione. Una di queste soluzioni è la rendita vitalizia, un’opzione che permette di riscattare i periodi di contribuzione non più regolarizzabili. Per poterne approfittare, però, è importante conoscerne i requisiti e le procedure di richiesta.

Rendita vitalizia: cos’è e come funziona questa grande opportunità

La rendita vitalizia è un’opportunità preziosa per coloro che hanno periodi di contribuzione prescritti. Questi periodi, non più regolarizzabili attraverso i normali versamenti, possono essere trasformati in validi contributi pensionistici tramite il pagamento di un riscatto. La procedura è regolata dalla Circolare INPS n. 25/2020 e ulteriori provvedimenti specifici. I periodi di lavoro per i quali non è stata versata la contribuzione e che non possono più essere regolarizzati possono essere riscattati, anche parzialmente.

come funziona rendita vitalizia
Il riscatto può essere richiesto da datori di lavoro, lavoratori e superstiti – thesenseofwonder.it

Il riscatto può essere richiesto da:

  • Datore di lavoro che vuole regolarizzare la situazione contributiva.
  • Lavoratore, sia ancora in attività sia già pensionato.
  • Superstiti del lavoratore: in questo caso è necessario dimostrare l’esistenza e la durata del rapporto di lavoro, nonché la continuità della prestazione lavorativa. Le prove possono includere testimonianze verbali, mentre per gli importi contributivi omessi è richiesto l’uso di documenti come buste paga, libretti di lavoro e lettere di assunzione o licenziamento.

Originariamente riservata ai lavoratori subordinati, la possibilità di riscatto si estende ora anche a:

  • Familiari coadiuvanti e coadiutori di titolari di imprese artigiane e commerciali.
  • Collaboratori del nucleo familiare diretto coltivatore diverso dal titolare.
  • Iscritti alla Gestione Separata senza obbligo di versamento diretto della contribuzione, con quota trattenuta e versata dal committente.

I lavoratori possono presentare la domanda attraverso una procedura telematica specifica disponibile sul portale INPS, oppure contattando il Contact Center multicanale. È anche possibile rivolgersi a patronati e intermediari senza necessità di credenziali. Se la domanda proviene dal datore di lavoro, questa deve essere inviata all’INPS con il modulo Rend. Vit. Riv. COD. AP81 o tramite enti di patronato.

Il costo per riscattare i periodi prescritti è calcolato secondo le norme che regolano la liquidazione della pensione, in base al sistema retributivo o contributivo e alla collocazione temporale dei periodi da riscattare. Le modalità di pagamento e i termini sono indicati nel provvedimento di accoglimento della domanda, notificato tramite raccomandata.

Gestione cookie