Naspi, occhio al dettaglio perché ci cascano tutti: in questo caso non ti spetta

Capire i dettagli dei veri requisiti per accedere alla Naspi è fondamentale se si vogliono evitare sorprese sgradevoli.

L’indennità di disoccupazione Naspi è un sostegno fondamentale per chi ha perso il lavoro. Ottenere questo beneficio, però, non è un processo necessariamente automatico: non tutte le persone che perdono il lavoro hanno automaticamente diritto alla Naspi. Ci sono specifici requisiti e dettagli che bisogna rispettare, e spesso si rischia di fare confusione.

quali sono i casi in cui non spetta la naspi
È essenziale monitorare i propri contributi per evitare sorprese sgradevoli – thesenseofwonder.it

Conoscere le regole precise per accedere alla Naspi è essenziale per evitare delusioni. Le recenti modifiche normative hanno poi reso la questione ancora più complessa, motivo per cui è importante fare chiarezza e capire quando e come è possibile ottenere l’indennità di disoccupazione.

Settimane contributive: il vero requisito da tenere sotto controllo per ottenere la Naspi

Per ottenere la Naspi, il requisito principale è avere maturato almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni. Questo significa che non basta aver lavorato un certo numero di giorni, ma bisogna aver accumulato settimane di contributi validi. Il concetto di settimane contributive è spesso fonte di confusione, poiché non coincide necessariamente con le settimane di lavoro effettivo.

requisito per ottenere la naspi
Le settimane contributive non sempre coincidono con le settimane di lavoro effettivo – thesenseofwonder.it

I periodi non lavorati, come malattia o congedo, possono contribuire al conteggio delle settimane contributive, grazie ai contributi figurativi accreditati. Tuttavia, questi contributi sono validi solo se al momento dell’astensione obbligatoria c’era già contribuzione versata o dovuta. Anche i periodi di lavoro all’estero in Paesi comunitari e convenzionati possono essere conteggiati, a patto che sia prevista la possibilità di totalizzazione dei contributi.

Non sempre una settimana di lavoro corrisponde a una settimana di contributi. Questo è particolarmente vero per i lavoratori part-time con una retribuzione inferiore alla soglia necessaria. Per il 2024, la retribuzione settimanale deve essere almeno pari al 40% del trattamento minimo di pensione, ossia 239,44 euro lordi.

Se la retribuzione settimanale è inferiore a questo importo, i giorni lavorati non vengono considerati come una settimana contributiva completa. Per esempio, un lavoratore che guadagna 500 euro al mese (circa 125 euro a settimana) maturerà solo 6,7 settimane contributive dopo 13 settimane di lavoro. Per raggiungere le 13 settimane contributive, dovrà lavorare circa 6 mesi.

Infine, è importante tenere in considerazione che le settimane contributive influenzano anche la durata della Naspi. L’indennità di disoccupazione viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni. Questo significa che chi ha accumulato il minimo di 13 settimane contributive riceverà l’indennità per un massimo di 6 settimane.

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