Bonus 104, arriva anche per i non conviventi: approfittane subito

La Legge 104 determina una serie di benefici non solo per le persone che hanno patologie ma anche per conviventi e familiari.

Ci sono tante sfumature di cui è necessario tenere conto e da conoscere per poter sfruttare al meglio questa opportunità, ma spesso si cade in errore. Ecco dunque che risulta necessario prendere in esame i dati INPS e quelli forniti proprio dall’Agenzia delle Entrate, riguardo le questioni fiscali ed economiche connesse all’ottenimento di questo beneficio.

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Bonus 104, anche per non conviventi: come funziona (thesenseofwonder.it)

La Legge 104 è infatti approvata a coloro che si trovano in gravi condizioni di salute, disabili, soggetti con mobilità ridotta o patologie croniche severe, previo iter che viene svolto in ambito sanitario e che porta a un riconoscimento che consente di avere un supporto importante per l’assistenza.

Bonus 104, anche per non conviventi: come funziona

Uno dei punti più noti a tutti riguarda ad esempio, per chi si prende cura della persona, la possibilità di avere alcuni giorni di permesso per poterlo fare. Ci sono congedi parentale per i genitori di figli disabili, congedi straordinari, permessi mensili, divieto di trasferimento e una serie di opzioni che riguardano il lavoro.

Quello base, noto a tutti, sono i 3 giorni mensili che sono permessi retribuiti. Questi vengono erogati ai lavoratori che assistono un familiare disabile entro il secondo grado di parentela, che può diventare terzo in alcune condizioni specifiche. Secondo quanto stabilito dalla nuova legge c’è la possibilità anche per più persone di prendersi cura del familiare, quindi non deve farsene carico un unico soggetto e quindi, pur rimanendo nel limite dei 3 giorni, questi possono essere anche richiesti da più persone.

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Come usare la 104 anche senza convivenza (thesenseofwonder.it)

Il congedo straordinario riguarda invece la possibilità di uno stop di 2 anni dal lavoro per assistere un familiare malato. In questo caso è possibile farne domanda anche senza convivenza ma solo per i genitori verso i figli disabili (ad esempio per due genitori separati che non vivono nella stessa casa).

Ci sono però molteplici casi in cui il parente che si prende cura del familiare non deve necessariamente vivere con lui per poter applicare la legge. In alcune condizioni ad esempio viene richiesto di abitare nello stesso stabile, ma non nella stessa casa. Le opzioni sono tantissime e mirano quindi a coprire le esigenze di tutti. Sono valide però solo se la persona non è ricoverata presso un presidio ospedaliero e quindi dove riceve assistenza specifica.

Alcune situazioni però vengono valutate in maniera individuale. Per questo motivo, in caso di problemi, occorre far presente anche all’Asl di competenza territoriale il proprio disagio in termini organizzativi per la gestione della persona con Legge 104.

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